
In Protezione Civile con gli Alpini sono entrata un po’ per caso e un po’ per scelta, dopo un campo scuola a cui avevo partecipato semplicemente perché amavo la montagna. Tornata a casa, ho deciso che, appena compiuti i 18 anni, mi sarei iscritta a una squadra di Protezione Civile Alpini. E così è stato.
Gli Alpini li conoscevo, ne avevo sentito parlare, ma non erano mai stati parte della mia storia personale o familiare. Per questo la mia scelta ha sorpreso molti, Alpini e non. In tanti si chiedevano cosa avrebbe mai potuto fare una ragazza così giovane.
Eppure, semplicemente, ho iniziato a fare quello che serviva insieme a loro. Non ho perso occasione di dare una mano, osservare, imparare e migliorare grazie a ciascun volontario con cui mi capitava di lavorare, cercando sempre di dare il massimo.
Molte volte mi è stato chiesto: “Perché lo fai? Che senso ha che tu, così giovane, investa tutto questo tempo se non ti pagano nemmeno?” E la risposta che mi è sempre venuta spontanea è stata: “Perché no?”
È stato spesso faticoso. A volte ho dovuto lavorare il doppio per dimostrare di essere all’altezza e meritare di essere lì, facendo in modo che gli altri mi vedessero come una volontaria su cui poter contare, e non come un peso.
Mi sono messa in discussione, sono cresciuta tanto, guadagnando giorno dopo giorno in competenze e solidarietà, cercando di rendermi utile in base alle necessità del momento. Mi sono resa conto che non è solo ciò che posso fare io da sola a fare la differenza, ma quello che possiamo fare insieme, dedicandoci davvero agli altri, senza secondi fini o preconcetti. Vivendo quell’Alpinità, che è un insieme di buone idee, di azioni disinteressate, di coesione morale e di amicizia che supera ogni barriera sociale.
Ho pensato di chiedere anche ad altre donne con cui ho condiviso il servizio in questi anni cosa significhi per loro far parte di questa Associazione.
“Vengo da esperienze di collaborazione nel mondo no profit, in particolare nel settore scolastico. Quando il mio impegno con le scuole si è concluso, dopo aver dato il mio contributo in base all’età delle mie figlie, ho deciso di cercare nuove sfide. Senza sapere esattamente cosa mi aspettasse, ho scelto la Protezione Civile ANA. Non avrei mai immaginato che questa scelta mi avrebbe fatto scoprire una realtà che sento profondamente nelle mie corde. Con il senno di poi, mi rendo conto che mi sarebbe piaciuto avvicinarmi a questa realtà molto prima. Quando inizio un progetto, ci metto tutta me stessa, soprattutto quando si tratta di aiutare il prossimo. In ogni ambito c’è sempre tanto da imparare e, sebbene ci siano momenti difficili, sono proprio quelli che ci spingono a crescere. In Protezione Civile ho avuto la possibilità di conoscere tante persone e di capire come, pur avendo obiettivi comuni, ognuno possa portare il proprio contributo in modi diversi. Quando mi chiedono cosa penso di questa esperienza, rispondo sempre con entusiasmo che è stata la scelta giusta. Ma la bellezza di questa realtà si può davvero capire solo vivendola in prima persona.”
Francesca
“Essere una donna nella Protezione Civile ANA non è sempre stato facile. Come in tanti ambiti tradizionalmente maschili, ci sono stati momenti in cui sono stata giudicata o criticata. Tuttavia, in questa esperienza, ho avuto la fortuna di trovare amicizie vere, che sono diventate il mio sostegno quotidiano. Con le altre volontarie, siamo riuscite a fare squadra, a sentirci come una famiglia che si aiuta reciprocamente. Perché, alla fine, fare del bene fa bene a tutti, e non c’è niente che ripaghi più di questa sensazione di dare senza aspettarsi nulla in cambio. Certo, come in ogni esperienza, ci sono difficoltà, ma ogni volta che le superiamo, cresciamo e diventiamo più forti.”
Aurora
“Essere una volontaria di Protezione Civile, in particolare in un gruppo come quello degli Alpini, è una missione. E quando si è donne in questo contesto, con tutte le sfide che comporta, non diventa mai un ostacolo, ma una risorsa in più. Ogni donna porta con sé dolcezza, pazienza, ma anche una forza incredibile, che permette di affrontare tutto, anche quando si tratta di conciliare lavoro, famiglia e volontariato. A volte è dura trovare un equilibrio, ma siamo capaci di farlo. Non c’è nulla che ci impedisca di essere buone mogli e madri, ma anche ottime volontarie di Protezione Civile, sempre pronte per un’attività, un corso, una missione. Per chi, come me, non ha avuto la possibilità di fare il militare, la Protezione Civile è stata una sorta di riscatto. La disciplina, il rispetto delle regole, la solidarietà alpina, il canto, il rispetto reciproco e verso le istituzioni sono valori che ho sempre ammirato e che ho potuto vivere in prima persona. Anche senza aver fatto la naia, essere una donna volontaria della Protezione Civile Alpina è un privilegio che non avevo mai immaginato. Far parte di questa grande famiglia è un’esperienza che ti cambia la vita, ti arricchisce non solo per il contributo che puoi dare agli altri, ma anche per quello che ricevi: un senso di comunità, di condivisione e di sostegno che fa la differenza.”
Ana
“Quasi cinque anni fa mi sono trovata a dover scegliere: Protezione Civile comunale o Protezione Civile ANA? Non ho avuto dubbi e rifarei la stessa scelta, perché le mie aspettative sono state soddisfatte. Volevo far parte di un gruppo mosso da spirito di altruismo, collaborazione e con un alto senso del dovere. Mi sono trovata in una squadra dove uomini e donne collaborano insieme e dove c’è spazio anche per le risate. Ci sono donne con ottime qualità e capacità che, a mio parere, dovrebbero essere impiegate in alcuni ruoli che vedo gestiti solo da uomini. Ritengo che ognuno, con le proprie abilità, possa apportare grandi benefici. Chissà, magari un giorno accadrà…”
Francesca
“Essere volontaria di Protezione Civile significa poter dare una mano quando c’è bisogno, senza voler nulla in cambio, ma facendolo per il bene altrui, in un ambiente che è come una grande famiglia.”
Federica
Anche con le nostre differenze di età, competenze e provenienze, i nostri vissuti come donne nell’Associazione hanno punti in comune. Vogliamo portare avanti questa realtà con serietà e rispetto, per noi e per tutte le donne che vorranno condividere la bellezza del fare del bene, oltre ogni barriera e pregiudizio.